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ANIMATAZINE

AMALAS

AMALAS è un gruppo indipendente di donne di diverse età, professioni e mestieri, nato a Lincoln, provincia di Buenos Aires, nel 2019 con l'obiettivo di produrre creazioni artistiche per il Carnevale e di dare visibilità a uno spazio che, da più di 100 anni di storia, le donne non avevano occupato, uno spazio per esprimere le loro conoscenze e le loro idee. 

Amalas ha l'obiettivo di contribuire al rafforzamento del comparto femminile e dell'uguaglianza di genere nella sfera lavorativa, sociale e artistica.

È, allo stesso tempo, uno spazio per la creazione e la costruzione di legami personali.

Amalas è un gruppo di donne artiste e non artiste che si dedica alla realizzazione di un progetto creativo attraverso la mobilitazione delle risorse disponibili e attraverso lo scambio di saperi e punti di vista. 

Le tre anime propulsive di questo progetto sono Laura Khalloub e Luciana Maccaroni (artiste plastiche) e Julia Sigliano (attrice e marionettista). 

COME È NATO IL COLLETTIVO AMALAS? CHI SONO LE DONNE DI AMALAS?
CHE LEGAME HA CON IL CARNEVALE?

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Prima che Amalas nascesse, esisteva già l'energia latente di questo nostro gruppo di donne.

Amavamo incontrarci senza nessun tipo di obbligo o scadenza. Soltanto per il piacere di condividere il tempo e la nostra arte.

Così ha cominciato a costruirsi una rete familiare, intima, di madri, figlie, amiche.
 
Siamo tutte Linquene (n.d.r di Lincoln, Provincia di Buenos Aires) o per nascita o perché siamo venute a vivere qui fin da bambine.

Tutte abbiamo vissuto il Carnevale fin dalla nostra infanzia.

C’èra dunque già qualcosa che ci univa e il progetto di Amalas è arrivato a dare una forma, a consolidare questa presenza di donne che desiderano portare creativamente e collettivamente il loro contributo al Carnevale.

Il nostro radunarsi sorge attorno a delle domande: dove sono le donne all'interno del Carnevale?

Quale spazio possono occupare che non sia il ruolo di comparse e ballerine, o candidate alla selezione di regina della sfilata?

Perchè le donne non occupano lo spazio creativo che è quello in cui, attraverso questo sapere artigianale dei carri, si può decidere di esprimere una propria visione rispetto al terrirorio, alla politica?

Da queste domande è nato l’impulso di creare Amalas.

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AMALAS - Lincoln provincia di Buenos Aires (Argentina)

Viviamo in un territorio ancora abbastanza “machista”, dove raramente emerge chiaramente l’opinione delle donne.

L’opinione che prevale è quella maschile, il lavoro maschile.

Per questo eravamo sicure che l’estetica di quello che avremmo costruito e i temi che avremmo sollevato sarebbero stati qualcosa di inedito e già solo per questo importante.

L’atto stesso di entrare noi come donne in questo spazio creativo destruttura e mette in discussione l’abitudine consolidata della sfilata di veicolare attraverso i carri e le maschere, ma soprattutto attraverso i carnestolendos (ovvero quelle battute umoristiche che accompagnano la sfilata e che dovrebbero far sorridere tutti, donne, uomini, anziani giovani e bambini), una mentalità sostanzialmente misogina, che per noi non è accettabile e alla quale non possiamo continuare a rispondere sorridendo.

A maggior ragione in un momento in cui in Argentina c’è molto dibattito e tantissima sensibilizzazione sulla lotta per la parità di genere, è incredibile che nel contesto del Carnevale sia concepita e accolta una visione dell’identità femminile così sminuente.

Ecco perchè la nostra presenza in questo spazio dei carroceros, che è stato prerogativa maschile dal 1928, data che segna l’inizio dei primi defilé di carri qui a Lincoln, irrompe e snaturalizza questa abitudine culturale cosi’ fortemente radicata non solo nei carroceros ma anche nel pubblico stesso.

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AMALAS - Pachamama, Relaciones Toxicas - febbraio 2020

COME È STATA ACCOLTA DAL TERRITORIO AMALAS?


La prima volta che siamo entrate in una riunione dei carroceros ci hanno fermate e ci hanno detto: "Ragazze qui non entrano le comparse!".

Noi abbiamo risposto che non eravamo comparse, eravamo artigiane ed eravamo lì per essere carroceras.

La sorpresa è stata grande, ma la reazione è stata quella di ignorarci, di sottostimarci, di lasciarci fare anche se non eravamo capaci.

Alla prima edizione a cui abbiamo partecipato, nel 2020, abbiamo vinto il primo premio della giuria composta da rappresentanti di Lincoln e da professionisti del Carnevale di altre provincie dell’Argentina, e da allora sono stati costretti a prenderci in considerazione.

Ma per loro noi non siamo vere artigiane, i nostri non sono veri carri e non facciamo vera cartapesta.

L’estetica del Carnevale è molto caricaturale e noi invece abbiamo un’estetica diversa.

I carri hanno temi spesso legati alla politica nazionale, o alle notizie delle star del cinema e della televisione, toccano sempre temi di “fuori”, non del territorio locale.

Noi invece abbiamo scelto di parlare di temi che toccano il nostro territorio per portare la nostra visione critica e smuovere le opinioni della gente.

Su tutto abbiamo dovuto reinventarci: i carri sono solitamente molto pesanti e per sfilare si usano i furgoni dei carroceros, di solito meccanici e agricoltori che quindi mettono a disposizione le loro competenze e il loro strumenti.

Noi siamo partite dalle nostre forze: abbiamo lavorato la terra dei nostri prati, cercato materiali e meccanismi leggeri, pesi che potessimo trasportare con i nostri corpi.

Insomma abbiamo rotto con tutto, per questo fanno fatica a riconoscerci.

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AMALAS - Relaciones Toxicas - Riunione del gruppo.

ARRIVIAMO AL COLLEGAMENTO CON LA TERRA E CON LA TECNICA CHE USATE PER COSTRUIRE LE VOSTRE MASCHERE. COME E' NATA QUESTA USANZA E COSA HA VOLUTO DIRE PER VOI QUESTA PRATICA DI COSTRUZIONE?


Questa tecnica è stata portata qui dal professor Enrique Urcola nel 1928 e, sebbene il carnevale esistesse già almeno da una decina d’anni, è solo in questo anno che compaiono le prime maschere e i primi carri.

Urcola era diplomato all’Accademia di Belle Arti ed era lo scenografo del Teatro Colòn di Buenos Aires.

Arrivò a Lincoln alla fine degli anni venti e per 45 anni diede un grande impulso creativo e sociale con il suo lavoro e con i suoi insegnamenti in questo territorio, fondando anche una scuola popolare.

Quando Urcola si chiese come aumentare la dimensione delle maschere, immaginò di scolpirle nel fango, in orizzontale, e poi da lì staccare il calco.

Come vi raccontavamo prima, noi come collettivo dovevamo immaginare di procedere con le nostre forze e possibilità.

Quando ci riunivamo all’inizio non avevamo nemmeno uno spazio e ci trovavamo nel patio delle nostre case.

Ecco allora che ci è venuta l’idea di ricorrere a questa tecnica e di partire proprio dalla terra del nostro giardino per cominciare a creare.
 
Come tematica del nostro carro ci stavamo orientando sulle questioni urgenti della agro-ecologia, della fumigazione, del prevalere degli interessi economici sulla tutela ambientale.

In un certo modo tutto ha cominciato a convergere: l’aspetto concettuale a quello concreto, insieme ad una tradizione, come quella di un personaggio come il professor Urcola, che eravamo felici di onorare.

E l’idea che grazie alla terra e dalla terra stessa uscisse la maschera che la doveva rappresentare ci è sembrato molto forte e coerente.

All’inizio eravamo un piccolo gruppo, di noi, Julia Sigliano veniva dall’arte scenica, Laura Khalloub e Luciana Maccaroni dalle arti plastiche e dall’artigianato, e Fernanda Martinez si occupava di comunicazione, allora ci siamo chieste a chi avremmo potuto proporre di collaborare.

Abbiamo cominciato dagli amici e dai parenti, i quali a loro volta hanno coinvolto altre persone.

Alle prime riunioni eravamo una ventina di donne, di tutte le generazioni: dalla terza età ai bambini piccoli.

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Enrique Urcola - Carnaval de Lincoln - 1928

Il fatto stesso di proporre di lavorare la terra ha creato da subito una grande partecipazione e collaborazione.
 
C’era chi portava pale e rastrelli, chi ha messo a disposizione il suo prato, chi una scavatrice.
 
Abbiamo cominciato a renderci conto che le terre di Lincoln erano diverse una dall’altra, una più argillosa, l’altra più sabbiosa, e quindi abbiamo dovuto capire quale terra fosse la più giusta per essere modellata.

E’ cominciato un processo di grande sperimentazione, un processo creativo esperienziale che metteva alla prova noi e i materiali con i quali ci stavamo relazionando e che cominciavamo a conoscere, un processo entusiasmante e a volte angosciante.

Ad esempio: quando abbiamo cominciato a costruire il volto di Pachamama, uno dei tre personaggi del nostro primo carnevale, abbiamo dovuto fermarci e proteggerla per giorni dalla pioggia con dei teli di plastica.
 
Quando finalmente l’abbiamo potuta staccare, è venuta su tutta rovinata e deformata.
 
Abbiamo quindi dovuto ricominciare da capo a modellare, ma a quel punto era diventato molto caldo e lavorare era molto faticoso e perciò abbiamo lasciato passare qualche giorno senza andare al campo.
 
Una volta tornate al campo abbiamo trovato che nel volto, da noi già mezzo scolpito nella terra, in alcuni punti erano cresciute delle piante, da un'altra parte si era installato un formicaio: la natura si era attivata sopra questo viso.
 
Avevamo quindi bisogno di un luogo riparato ed alla fine ci hanno prestato un magazzino.

Abbiamo trasportato tutta la terra in questo capannone e abbiamo scolpito nuovamente il volto di Pachamama: finalmente era nato.

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AMALAS - Pachamama in costruzione.

PARLIAMO DELLA PRIMA USCITA AL CARNEVALE DI LINCOLN:
QUAL ERA L'IDEA DELLO SPETTACOLO? COME SIETE STATE ACCOLTE?


Il titolo del primo spettacolo era Relazioni tossiche. C'erano tre personaggi principali: Pachamama, l'agrotossico glifosato ed in mezzo a questi due, indeciso, l'Uomo, diviso tra la natura madre e il denaro.

Ognuno di questi personaggi, erano molto grandi, aveva degli accompagnatori che erano dei personaggi di formato più ridotto.

La Terra era accompagnata dal Sole e dalla Luna, l'Uomo dalle api e dagli insetti che i veleni stanno mettendo in pericolo, e il Glifosato era accompagnato dalla peste e dagli affumicatori.

Affrontare questa tematica è stata per noi un'urgenza.

Sentiamo tutti i giorni gli odori di questi veleni, siamo consapevoli delle ricadute che hanno sulla nostra salute e sull'ambiente, ci sembrava necessario toccare un tema del territorio su cui nessuno mai porta l'attenzione.

La reazione delle persone al passaggio dei nostri carri è stata molto forte: da una parte quella dei contadini, degli uomini che lavorano nel mercato dei cereali.

Lincoln è un piccolo paese, ci conosciamo tutti, il loro sguardo al nostro passaggio era molto risentito, nessuna partecipazione, una totale chiusura, senza compromessi.

Dall'altra parte, allo stesso tempo, c'era gente che applaudiva, sorridente, persone che esultavano non solo per la bellezza estetica e artistica dei carri, ma perchè erano grate che noi stessimo portando questi temi e queste domande in un luogo come il carnevale.

Lincoln ha dei problemi enormi legati a queste tematiche che compromettono la vita di tutti noi.

L'acqua del nostro territorio, ad esempio, non è potabile perchè è piena di arsenico, e tutti siamo costretti a comprarla nei negozi.

Sono questioni attorno alle quali abbiamo cercato di muovere l'attenzione.

Ogni personaggio ha una sua canzone che lo accompagna e il testo della canzone è lo strumento attraverso il quale possiamo, in maniera esplicita ed ironica, sollevare le questioni che vogliamo toccare per dire la nostra opinione.

Ma la forza che ci ha colpito di più quando siamo uscite la prima volta con i nostri carri è stata quella femminile: eravamo 60 donne di tutte le età a sfilare, e quando passavamo le donne fra il pubblico si alzavano in piedi per applaudire, sembrava davvero che sfilassero con noi, è stato molto molto forte.
 

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AMALAS - El Hombre, el Sol y la Luna, Relaciones Toxica - febbraio 2020

CON QUESTI STESSI CARRI SIETE USCITE ANCHE IN UN'OCCASIONE CHE NON C'ENTRAVA CON IL CARNEVALE, IL 1 DI AGOSTO, PER CELEBRARE LA FESTA DELLA PACHAMAMA. COSA E' SUCCESSO?


Eravamo nel pieno della pandemia, è stato molto complesso organizzare questa uscita e avere i permessi per farlo, abbiamo dovuto rispettare molti vincoli per la sicurezza.

E' stata una nostra decisione perchè a Lincoln non si festeggia più il giorno della Pachamama.

E' ancora celebrata in qualche provincia del nord, come a Cordoba ad esempio, ma da noi no.
 
Ma a noi è sembrato molto importante riportare l'attenzione su questo tema in un momento diverso dal Carnevale, ed in più in un momento come quello che stavamo vivendo con la pandemia a livello mondiale.

Siamo state molto criticate per questo, ma siamo state ostinate e ci siamo riuscite.

E' stata un'esperienza molto forte, completamente diversa dal Carnevale.

Innanzitutto siamo uscite in pieno giorno, mentre il Carnevale è notturno. E poi nel Carnevale ci sono le luci, la musica, le strade piene di gente, e invece in quel primo di agosto le strade erano praticamente deserte.
 
Ciononostante alcune persone che erano per strada si sono aggregate e hanno cominciato ad accompagnarci, è stato molto intenso.

Abbiamo fatto un giro largo passando, come nel Carnevale, anche dalla piazza principale: le persone si affacciavano alle finestre, venivano alla porta, applaudivano, facevano foto, molti si emozionavano, si commuovevano perchè è stata una sorpresa, nessuno se lo aspettava.

Quando ha cominciato a girare la notizia dai diversi quartieri le persone ci hanno raggiunto, è stato molto toccante.

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AMALAS - Festa di Pachamama - Lincoln (Argentina)- 1 agosto 2020

DA ALLORA AD OGGI COME E' EVOLUTO IL PROGETTO E QUALE SOSTENIBILITA' ECONOMICA HA AVUTO?


Abbiamo avuto una partenza davvero straordianaria.

Al nostro primo carnevale nel 2020, con Relaciones Toxicas, siamo arrivate ad essere 60 donne.

Abbiamo lavorato unendo le forze, portando ognuna di noi quello che poteva: farina per le colle, carta di giornali, la terra; alcuni negozianti ci hanno sostenuto in cambio di pubblicità e ci hanno regalato la pittura;  abbiamo messo in piedi tutto con una spesa minima, l'unico investimento è stato l'affitto per il materiale tecnico per il suono.

Ci siamo dette: qualcosa riusciremo a guadagnare!

Siamo uscite tutte le sere del carnevale e abbiamo partecipato alla competizione e abbiamo vinto il primo premio, è stato davvero incredibile.

Ma la pandemia era alle porte e nel giro di pochissimo tempo tutta quell'energia si è ritrovata in mezzo a questa tragedia.

Avevamo un fondo grazie al premio, (che è in denaro n.d.r.) ma il carnevale 2021 sembrava non esistere, allora abbiamo pensato a come reinventarci, nonostante le restrizioni e i distanziamenti.

Abbiamo fatto l'uscita con Pachamama ad agosto e poi abbiamo avviato un progetto per il carnevale di maschere individuali, che si intitolava : Chi ha detto che non c'è il Carnevale?, in modo che la collettività di donne di Amalas potesse lavorare anche singolarmente e a distanza, e con quello siamo uscite in strada. 

Nel 2022 abbiamo abbiamo partecipato al programma Carnaval es Cultura con lo spettacolo Relazioni Tossiche al Teatro Argentino della città La Plata.

Lo scorso anno, nel 2023, ci siamo fondate come Cooperativa e abbiamo deciso di partecipare al Carnevale ma non alla competizione, per rivendicare alcuni valori non negoziabili del nostro gruppo.

Abbiamo scritto una carta pubblica in cui dichiariamo che l'azione culturale va sovvenzionata non come un prodotto finale o come risultato da premiare.

L'azione culturale è un processo e va sostenuta nelle sue premesse. Parliamo non a titolo personale di Amalas bensì rivendicando un diritto di tutte le donne e gli uomini che lavorano per il Carnevale e che meriterebbero di essere sostenuti e appoggiati dalle politiche culturali.

Abbiamo sfilato per tre sere con lo spettacolo No todos es color de rosa, uno spettacolo interattivo con tre marionette di 4mt di altezza per il quale abbiamo ricevuto una menzione speciale. 

Per il 2024 abbiamo pianificato il lavoro con molto anticipo e già a novembre eravamo nel pieno della creazione, così da arrivare a questo febbraio con una sfida nuova e lo spettacolo: Un mundo con Alma.

Il personaggio principale è una marionetta di 5mt di altezza: Alma, una bambina curiosa ed estroversa che osserva attentamente la gente.

La sua dimensione inverte i punti di vista: è l'infanzia ad osservarci, interrogarci, ad invitarci a riflettere.

Desideravamo valorizzare l'importanza del gioco nell'infanzia, come momento esperienziale in cui il bambino ha l'occasione di manifestare le sue risorse creative. 
 

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AMALAS - Alma - Carnevale di Lincoln - febbraio 2024 

PARLIAMO DEL FUTURO: QUALI SOGNI E DESIDERI AVETE PER AMALAS?


Il desiderio è quello di continuare a portare avanti questo progetto con la sua natura libera e mutevole.

Vorremmo idealmente riuscire ad avere delle risorse per poter un giorno riconoscere il lavoro professionale nostro e di chi collabora con noi professionalmente, e per poter coprire tutte le spese e i costi che la creazione dei carri e la partecipazione alle serate del carnevale inevitabilmente richiedono.

Senza chiedere alcuno sforzo economico personale a chi partecipa.

Vogliamo che il contributo che ognuno mette siano solo la passione, il desiderio di stare assieme, di creare collettivamente, di scambiare pensieri, riflessioni, esperienze e saperi attraverso l'arte e l'artigianato.

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AMALAS - Alma - Febbraio 2024 

LINKOGRAFIA

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